Lei in bici e lui in motorino si appartavano nella sala pompe di un piccolo idrovoro nascosto in golena, scopavano su di un piccolo tavolo, noi li guardavamo da una fessura nei vetri verniciati di grigio, lei era rotondetta ma soda, il volto rubizzo, godeva a voce alta mentre lui le diceva un mucchio di sconcezze.

Seduto c’era Giorgio che mi aspettava, ero un po’ agitata ma curiosa di capire, mi affrontò subito dicendomi che sapeva da tempo di me con Ugo e Rita ma che l’avermi visto fare quel giochino l’avevo fatto impazzire di desiderio e che se lo avessi accontentato, non avrebbe raccontato a nessuno il mio segreto e come premio avrei avuto il gelato pagato per tutta l’estate.

Si mise a ridere, vedi hai tutto il pelo di fuori, occorre depilarti un po’! Vieni, siediti ti aiuto io, l’ho già fatto con una mia amica! Andò in bagno e tornò con rasoio, pennello e schiuma da barba. Non mi fai male vero? Rilassati! Sussurrò, mi sfilò le mutande del costume, si inginocchiò sul tappeto davanti a me, mi insaponò l’inguine ed il pube, poi con delicatezza iniziò a depilarmi. Mi distesi sulla schiena con le gambe divaricate e le ginocchia piegate. Ero già tutta bagnata.

Prendemmo la scorciatoia tra le distese di granoturco e di meloni, in fondo al campo c’era un vecchio capanno di legno, dove lo zio Toni teneva gli attrezzi. Spiammo tra le fessure della finestra, dentro lo zio stava scopando la signora Vanda, la lattaia, era appoggiata con i gomiti sul tavolo a gambe divaricate...

Finite le scuole medie trascorsi l’estate dalla nonna in campagna, la mamma pensava che i miei pudori adolescenziali sarebbero stati più controllati e tranquilli lontano dagli stimoli della città, si sbagliava...